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SONNO DEI BAMBINI, UNA QUESTIONE INDIVIDUALE O RELAZIONALE?

  • Immagine del redattore: michelazandomeneghi
    michelazandomeneghi
  • 7 gen
  • Tempo di lettura: 1 min

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Il momento del sonno è una questione sempre delicata per le famiglie che si ritrovano ad accogliere un neonato con loro.


Un po' per la fisiologia del sonno che prevede fino ai 3 anni possibili risvegli notturni, un po' per il carattere del bimbo in questione, le notti con un figlio piccolo spesso diventano fonte di frustrazione e difficoltà per i neogenitori. 


Ma è davvero tutto spiegabile solamente in questi termini?


Un importante focus da non sottovalutare è l'aspetto relazionale del momento. 

Un bambino piccolo ha necessità di dipendenza e di contatto per sopravvivere perchè non potrebbe fare altrimenti e il tempo che viene dedicato al riposo è sì, fondamentale per la crescita, ma è anche un momento di oblio e separazione, durante il quale si smette di avere coscienza della realtà circostante. 


E questo come potrebbe essere percepito da un piccolissimo? 


E' una delle prime occasioni in cui sa che dovrà separarsi dal genitore per un periodo di tempo consistente (per lui) e di conseguenza capita spesso che il piccolo fatichi a lasciarsi andare al sonno (proteste, tempi di addormentamento lunghi, risvegli frequenti...). 

Non dimentichiamo poi che fino agli 8 mesi circa il bambino non ha ancora la "costanza dell'oggetto" e di conseguenza la capacità di comprendere che nonostante una persona non sia fisicamente con lui essa non cessi di esistere. 


Pensiamo dunque nell'inconscio del piccolino quanto si smuova in un semplice atto che tutti facciamo più o meno facilmente come quello di prender sonno.

 
 
 

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 Michela Zandomeneghi Psicologa

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