Legame di Attaccamento nell'adulto
- michelazandomeneghi
- 25 mar 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 28 mar 2020
Un concetto chiave della teoria dell’attaccamento nel bambino è quello dei MODELLI OPERATIVI INTERNI, definiti da Mary Ainsworth: modelli mentali, relativamente fissi, delle relazioni tipiche che il soggetto tende ad instaurare con la figura di riferimento.
Questi modelli possono variare nel corso del tempo (“operativi”) ma forniscono uno stampo di base per l’interpretazione e l’instaurazione delle successive relazioni: essi, infatti, influenzano la costruzione delle nuove esperienze e quest’ultime finiranno con molta probabilità a confermare quegli stessi modelli iniziali” .
Si capisce, dunque, quanta importanza abbiano nella vita dell'individuo già le primissime interazioni con le figure di riferimento. Il bambino trae dalle interazioni col Caregiver la propria visione del mondo e tenderà a riprodurre le stesse tipologie di relazioni anche con gli altri, in quanto abituato a quel tipo di risposte e inconsciamente convinto che sia quella la modalità di risposta del mondo.
Il legame di attaccamento fornisce un’importante base di partenza per l’instaurazione delle successive relazioni. E’ descritto da un proprio specifico pattern che va, come disse Bowlby, “dalla culla alla bara” (1988) e che si mantiene nel tempo adattandosi però alla figura a cui il soggetto fa riferimento. Infatti, mentre da piccolo il bambino è profondamente legato al proprio caregiver, solitamente la madre, crescendo tende ad instaurare relazioni più profonde e di attaccamento con Altri significativi.
Una relazione molto importante nella vita di una persona è la relazione di coppia. Essa si configura come una relazione che deriva dal prototipo della relazione madre-bambino. Con il partner adulto le persone instaurano un legame di scambio di cure reciproco che rispecchia il legame affiliativo che avevano costruito con il caregiver: la differenza è che il legame madre-bambino è di tipo complementare, ovvero il bambino ha delle richieste e la madre i mezzi per soddisfarle e questi ruoli sono fissi, mentre il legame di coppia è di tipo reciproco e simmetrico, ovvero entrambi i partner devono essere pronti e disponibili ad alternare i propri ruoli fornendo cure all’altro ma sapendo di poter contare anche sulla sua protezione – i partner sono sullo stesso piano -.
Quindi il legame adulto implica l’integrazione di più sistemi: il sistema dell’attaccamento (tipico del bambino) e il sistema dell’accudimento (tipico della madre), inoltre anche un altro sistema è coinvolto nella relazione di coppia: il sistema dell’accoppiamento sessuale.
La scelta del partner avviene sulla base di diversi criteri:
EFFETTO FAMILIARITÀ: cerchiamo persone che ci sembrino familiari prima di tutto perché questo è “rassicurante” e ci fa percepire la persona che abbiamo di fronte come più “prevedibile” e, in seconda battuta, perché questo ci permette di trasmettere le caratteristiche genetiche del nostro gruppo di appartenenza;
EFFETTO SOMIGLIANZA: cerchiamo persone che siano simili a noi perché dotate di caratteristiche che ci interessa promuovere;
EFFETTO SENSIBILITÀ: cerchiamo persone che possano assicurarci premura e protezione, utilizzando parametri simili a quelli utilizzati nella scelta della figura di riferimento.
Anche nell’ATTACCAMENTO ADULTO si possono riconoscere diversi pattern che nel 75% dei casi derivano dall’Attaccamento Infantile e dai Modelli Operativi Interni, modellati comunque dall’esperienza.
Nel 1987 Hazan e Shaver identificarono tre STILI DI ATTACCAMENTO ADULTO, sulla linea di quelli di Ainsworth:
SICURO: il soggetto tende ad instaurare relazioni di coppia durature e caratterizzate da fiducia e benessere;
ANSIOSO/AMBIVALENTE: il soggetto tende ad instaurare relazioni di coppia “morbose” e caratterizzate da eccessiva dipendenza dall’altro e faticosa fiducia;
EVITANTE: il soggetto tende ad instaurare relazioni caratterizzate da paura dell’intimità e dell’apertura all’altro e da estrema gelosia.
Nel 1991 Bartholomew e Horowitz rivisitarono le categorie proposte da Hazan e Shaver e individuarono quattro STILI DI ATTACCAMENTO ADULTO incrociando, per la prima volta, i diversi tipi di Modelli Operativi Interni che i soggetti potrebbero avere (modello del sé positivo/negativo, modello dell’altro positivo/negativo):
SICURO: modello positivo del sé, modello positivo dell’altro;
PREOCCUPATO: modello negativo del sé, modello positivo dell’altro;
TIMOROSO: modello negativo del sé, modello negativo dell’altro;
DISTACCATO: modello positivo del sé, modello negativo dell’altro.
I pattern timoroso e distaccato derivano da una suddivisione dello stile “Evitante”, infatti, attraverso diverse verifiche, Bartholomew e Horowitz si resero conto che tra le persone “Evitanti” alcune lo sono perché spontaneamente distaccate dalla sfera emotiva (pattern “Distaccato”), altre perché intimorite dalla sfera dell’intimità che tendono, quindi, ad evitare (pattern “Timoroso”).
Essi, in aggiunta, ipotizzarono che le categorie non fossero mutualmente escludentesi ma che ogni individuo potesse essere caratterizzato da diversi gradi di tutti e quattro gli Stili di Attaccamento con, naturalmente, la prevalenza di uno sugli altri.

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